L’ascesa sul Monte Rosa e Capanna Margherita

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*esperienza supplied da Regione Valle d’Oosta

L’ascesa sul Monte Rosa e Capanna Margherita

Quando un anno fa abbiamo iniziato a programmare questa avventura non mi sarei mai immaginata le emozioni contrastanti e potenti che avrei provato.

Salire su un ghiacciaio ora che i ghiacciai stanno “morendo” è stato molto intenso. Intenso a 360 gradi.

Onestamente mi ha un po’ sconvolta. Vederlo, esserci, è diverso da sentirlo dire o saperlo. Sono scesa da quella montagna turbata. Forse lo avete notato. Ho dovuto metabolizzare per un po’ di giorni.

Questa esperienza me la ricorderò per sempre come tra le più intense della mia vita.

Vivere la montagna li è stato bellissimo a livello di grandezza della natura. Se amate la montagna e la natura vedrete cose stupende. Potenti. Indescrivibili. Si possono solo vivere.

Ma la tristezza per lei (e per noi e per quello che è successo lo stesso giorno in cui noi eravamo su) ha sovrastato tutte le emozioni.

Questa è la storia dell’ascesa sul ghiacciaio del Monte Rosa, i nostri primi 4.000 metri in alpinismo, direzione Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa. Dove, spoiler, non siamo arrivati a causa del mal tempo, la guida e noi non ce la siamo sentita e siamo tornati indietro.

Sto provando con il video Reel di ieri e le storie di oggi a raccontarvi di più ma è davvero difficile raccontare tutte queste sfaccettature, questa intensità: non lo so. Non lo so se riesco a spiegarmi bene.

Vi lascio anche nel post un pensiero scritto non appena scesa dal ghiacciaio, a caldo, di ritorno verso casa insieme ad alcune foto scattate durante le due giornate.

Se volete vedere un ghiacciaio, vedere cosa sta succedendo al nostro pianeta, fatelo ora, insieme ad una guida alpina (noi abbiamo scelto @guidemonterosa *supplied) prima che non sia più possibile.

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Questa è la mia storia dell’ascesa sul ghiacciaio del Monte Rosa, i nostri primi 4.000 metri in alpinismo, direzione Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa.

Ci sono una miriade di cose da dire, ma iniziamo così.

Fare alpinismo non è assolutamente uno scherzo: detta in parole povere ci sono rischi (rischi sulla vita) ad ogni angolo.

Adesso più che mai.  Occorre conoscenza della montagna prima di intraprendere un ascesa su un ghiacciaio, un’ottima guida alpina che vi assicuri in cordata e che vi spieghi (e vi aiuti!!!):  ci sono crepacci profondi anche 80/100 metri, che si possono aprire in ogni secondo (ecco perché la cordata!), si può scivolare lungo il ghiacciaio dove il ghiaccio diventa tagliente come una lama (cosa che ahimè è accaduto ad un ragazzo dietro di noi che non era in cordata e  nemmeno con la piccozza è riuscito a fermarsi), 

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Il meteo può cambiare improvvisamente, ritrovarsi in una bufera di neve a -8 gradi o in una tempesta di fulmini (cosa che è accaduto a noi). 

Se già la montagna non è uno scherzo il ghiacciaio invece è l’apoteosi della forza e superiorità della montagna e della natura: quell’ambiente dove tu, umano, devi entrare in punta di piedi e, se ti va bene, la puoi raccontare. Perché la verità è che su non comandi tu. Puoi fare di tutto per limitare il rischio ma la verità è che non comandi tu.

Il cambiamento climatico è impressionante: i giganti di ghiaccio ne sono la prova tangibile e visibile. Nonostante quello che vi ho detto sopra, se avete il desiderio di fare un’ascesa ad un ghiacciaio vi consiglio di farla nel più breve tempo possibile, di non aspettare, per due motivi: 

  • I ghiacciai non esisteranno più. Abbiamo parlato con guide alpine di Trentino, Valle D’Aosta e Alto Adige nelle ultime 4 settimane. Sono tutti d’accordo, loro che i ghiacciai letteralmente li toccano con mano: ci stanno abbandonando. E io l’ho visto con i miei occhi. 
  • I ghiacciai diventeranno sempre più impraticabili, ciò che prima era facile ora diventerà sempre più complesso, sempre più difficile (Ci hanno raccontato le guide alpine che sta già accadendo). Le guide alpine, nei rifugi, tra di loro, fanno dei discorsi molto preoccupanti. La condizione del ghiacciai del Monte Rosa non fa eccezione: il ritiro, i buchi ed i crepacci che ci sono sono evidenti a tutti. 

Noi non siamo riusciti ad arrivare al Capanna Margherita: le cordate della giornata sono tornate a valle a causa della bufera di neve con scarsa visibilità seguita da una tempesta di fulmini. E vi dico la verità: per quanto possa dispiacere non arrivare “ancora più in alto”, i miei 4100 metri raggiunti sul ghiacciaio del Monte Rosa sono stati stupendi, un inno alla natura, quella potente e, quando sono arrivata in sicurezza al Rifugio Mantova, volevo quasi baciare le assi di legno del rifugio. È stato intenso a livello ambientale.

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E a livello fisico? È stato bello vedere ancora una volta quali sono le mie capacità (clap sulla spalla per me e le mie gambe, sono molto grata al mio corpo per permettermi queste esperienze ) ma anche i miei limiti, che abbraccio e porto a casa. So che sarete anche curiosi di sapere quali sono i limiti fisici (degli altri vi ho già parlato) per un’esperienza di questo tipo.

Senza giri di parole, se avete già esperienza in montagna e quindi il vostro fisico è già allenato, il limite più grande è la carenza di ossigeno: che non ti fa dormire a 3600 metri ma nonostante ciò tu alle 5 del mattino devi essere già sul ghiacciaio pronto per camminare (per sicurezza si parte PRESTISSIMO!), che ti fa venire il mal di testa o la nausea se sei predisposto, che rende ogni passo in salita, in pendenza su un mare di ghiaccio e neve, con ramponi, imbrago, piccozza e zaino, un macigno. 

Ma tu, nonostante tutto, devi seguire il ritmo dettato dalla tua guida alpina, che devi seguire senza se e senza ma: se non si segue un passo minimo, per rispettare una tabella di marcia di sicurezza, si torna indietro. E vi garantisco che basta un passo più lungo, un passo diverso o tirare su con il naso una volta in più per andare in carenza di ossigeno e affannarsi (parecchio) mentre si continua a camminare. 

È stata un’esperienza intensa, che mi ha letteralmente ammutolita difronte alla forza e allo spettacolo della natura, difronte alla tristezza di sapere che l’abbiamo così, irreparabilmente, danneggiata. Un’esperienza che, se desiderate farla, vi consiglio di fare (in sicurezza con guida alpina) al più presto per rendersi conto con i propri occhi di ciò che gli altri solo raccontano. Prima che sia troppo tardi💕

 

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