Cammino di Santiago: il diario di viaggio di 900 km camminati zaino in spalla!

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Cammino di Santiago: il diario di viaggio di 900 km camminati zaino in spalla!

La pandemia ci ha portato via tanto, troppo. Eppure con sè ha portato per noi anche qualcosa di positivo, una nuova passione scaturita dalla voglia di libertà, di vivere la natura e di riscoprire il nostro territorio: i Cammini.

Abbiamo iniziato con l’Alta Via della Valle D’Aosta 1 e 2, la Via degli dei, la Francigena, le Foreste Sacre e… beh, siamo appena tornati da un incredibile mese di cammino lungo il Cammino di Santiago, dalla Francia, tagliando in due tutta la Spagna, fino all’Oceano. 900 km da Saint Jean Pied de Port a Finisterre.

In questo diario di viaggio troverete tutte le emozioni di questo mese camminando.

QUI (storie in evidenza, video e foto) troverete tantissime informazioni utili se volete intraprendere questo cammino.

A fine post invece la tabella delle nostre tappe. Vi consiglio di non prenotare niente e giorno per giorno vedere quanti km riuscite a fare e quindi, di conseguenza, dove alloggiare: noi siamo abbastanza allenati quindi calibrate i km delle tappe in base alle vostre capacità :)

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Diario di viaggio, giorno 1, prima tappa del cammino di Santiago

Giorno 1 – Da Saint-Jean-Pied-de-Port a Roncisvalle – 25,67 km – 8 ore – 1.400 metri di dislivello

La sveglia è suonata alle 6.15, ma ovviamente dopo la giornata di viaggio devastante l’abbiamo spostata alle 6.45. Alle 7 eravamo già pronti in strada per fare colazione: ve lo dico, sui Pirenei trovare qualcosa di vegetale è molto difficile! Una baguette francese croccante acquistata in panificio e mangiata mentre si inizia a camminare però ha risolto tutto. Bonaaa!

Dovete sapere che la prima tappa del Cammino di Santiago è la più temuta, perché secondo tanti è la più tosta a causa dei 1400 metri di dislivello in salita. Io ero super in ansia, poi con il ginocchio un po’ malandato.. 

Però vi rassicuro subito. Essendo spalmati in tanti tanti km risulta essere molto soft come salita, niente paura! Okay, noi veniamo anche dalle Alte Vie in cui 1400 metri di dislivello si fanno in verticale e non così, però giuro che ho visto pellegrini di tutte le età farlo, piano piano, ce la possiamo fare! 

Ah, ovviamente siamo partiti con la pioggia: ormai è una nostra tradizione camminare con la pioggia, quindi dopo aver detto a voce alta una decina di volte “nooo che palle che piove” appena svegli guardando fuori dalla finestra, poi ci mettiamo sempre l’animo in pace: anche perché dai, prima o poi smette! Infatti oggi è stato piuttosto clemente, qualche ora di pioggerellina inglese e via. Un po’meno clemente il mega nebbione che abbiamo preso fino al confine con la Spagna! 

Uuuh si! Perché già in questa prima tappa siamo arrivati in Spagna, nella regione della Navarra: saranno 5 le regioni spagnole che attraverseremo fino all’Oceano. Mi sembra incredibile che attraverseremo, se tutto va bene, TUTTA la Spagna. Pazzesco! 

A Roncisvalle ci sono due opzioni di alloggio, l’Albergue (ovvero L’ostello del Pellegrino) oppure l’Hotel (sempre per pellegrini, ma anche per non pellegrini!). L’Hotel è molto carino, noi abbiamo optato per quello (prenotare per tempo!). Cena con il menu del Pellegrino a 10 euro a testa dentro l’hotel, una bella dormita in un letto comodo e domani si riparte per la seconda tappa (Ma vediamo come vanno i dolori domani mattina 🤣).

 

Diario di viaggio – giorno 2 

 

Da Roncisvalle a Larrasoaña – 31 km – 535 metri di dislivello in salita – 9 ore 

A Roncisvalle abbiamo passato una bellissima serata alla cena dei pellegrini: i ristoranti per pellegrini hanno un “menu del pellegrino”, di solito al costo di 10/12 euro e ti siedi al tavolo con chi capita, di qualsiasi nazionalità.. ma tutti pellegrini come te :)

Noi abbiamo conosciuto un carpentiere che lavora a Berlino ma che è di Cordoba, super simpatico, una ragazza olandese che ho sentito molto affine a me, una ragazza americana molto salare, un signore Danese che sembrava uscito da una puntata di Vikings, due sorelle austriache e una mamma e figlia coreane. Abbiamo parlato 3 lingue, usato un Google transistor e ci siamo divertiti un sacco.

Comincio al secondo giorno a capire una delle cose che ha di unico questo cammino: le persone che incontri, le storie che ascolti, da tutto il mondo. Qui si viene anche per conoscere nuove persone, uno spirito sicuramente diverso rispetto a tutti gli altri cammini solitari che abbiamo fatto fino ad oggi.

Siamo poi partiti al mattino direzione ZUBIRI insieme ad un gruppo di spagnoli e di brasiliani che poi abbiamo perso di vista quando ci siamo fermati a far colazione. Abbiamo incontrato quella signora di mezza età partita da sola dall’America che aveva qualche problema con un ginocchio ma era sempre sorridente e abbiamo cercato invano l’Argentino che abbiamo conosciuto durante la prima tappa. 

A ZUBIRI finirebbe la seconda tappa “canonica” del Cammino di Santiago (Roncisvalle – ZUBIRI), ma noi abbiamo deciso di aumentare di qualche km e camminare un po’ di più (arrivando a 31 km camminati in un giorno): questo perché vorremmo arrivare a Pamplona presto per avere il pomeriggio libero per visitarla, visto che ci hanno detto essere molto carina  (e anche perché se vogliamo arrivare a Finisterre, dopo Santiago, in un mese e qualcosa occorre camminare almeno 30 km al giorno, quindi cercheremo di calibrarci un po’ piano piano!).

Bollettino dolori? Entrambi alle anche per lo zaino e poi affaticamento muscolare OVUNQUE, non saprei nemmeno dire dove non sono affaticata, dalla pianta dei piedi alle spalle. E questo anche Giova, nonostante sia lui lo sportivone tra di noi: proprio vero che al Cammino ci si allena solo camminando!

Ma siamo molto motivati, cerchiamo di guardare tappa per tappa, giorno per giorno e non all’obiettivo finale: se pensiamo che dovremmo camminarne 900 km per un mese.. no, pensiamo giorno giorno, obiettivo per obiettivo, giorno dopo giorno 💫

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Tappa 3: Pamplona 

Si, al terzo giorno arriva la mia classica stanchezza, a Pamplona infatti siamo arrivati presto per riposare un po’ in vista della tappa successiva in cui accorperemo più Km e del dormitorio in cui staremo. Sono finalmente riuscita a dormire 8 ore. Per la prossima tappa la sveglia sarà alle 5.30 del mattino. Vi aggiornerò!  💕

 

Dormire in Albergue e le varie sistemazioni sul cammino

Vi racconto cosa vuol dire dormire in un Albergue, un ostello per pellegrini con camerate, durante il Cammino di Santiago.

Durante il Cammino si può dormire ovunque.

In affittacamere dentro le case delle persone, in piccole pensioni (entrambe le soluzioni con bagno in comune o privato), in piccoli hotel nei paesi più piccoli o in hotel anche di livello più alto nelle città grandi, agriturismi e appartamenti. Se si trovano lungo il cammino sono al 99% dei casi dedicati all’accoglienza del Pellegrino, quindi piuttosto economici (circa 30 / 40 euro a testa in camera doppia privata con bagno in camera o bagno in comune, senza cena che di solito è a parte e per i pellegrini costa 10/12 euro) vi troverete quindi con altri pellegrini. Qui asciugamani e coperte sono in dotazione.

E ovviamente si può dormire negli Albergue, le strutture dove possono entrare SOLO i pellegrini (occorre la credenziale!) dove si dorme generalmente in camerata (ma per i più fortunati si trova qui anche qualche camera privata ma che va a ruba subito) da 4, 6, 12 ma anche da centinaia di posti. 

Il costo del letto in camerata (senza biancheria, occorre dormire nel proprio sacco letto e sacco a pelo) è dai 7 ai 18 euro circa a seconda della struttura.

La cena del Pellegrino dai 10 ai 14 euro a testa.

La colazione dai 3 ai 5 euro a testa.

(Questi sono i prezzi che abbiamo visto fino ad ora in questa tratta).

Dovete portare il vostro sapone ed i vostri asciugamani, ovviamente il bagno è in comunque. 

P.S. Noi pensavamo fosse possibile arrivare e trovare posto all’arrivo, in alcuni periodi però questo non è possibile (durante questa settimana di festa in Spagna, la settimana santa,  abbiamo avuto difficoltà, era tutto pienissimo!). Se fate il cammino in periodi di alta stagione considerate di prenotare gli alloggi di 2 giorni in 2 giorni (o 3 in 3). 

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LA FONTANA DI VINO 

Lo sapevate che durante il Cammino di Santiago si trova una fontana di vino gratuita  per i pellegrini?

Si trova a Ayegui, lungo la tratta da Estrella verso Los Arcos proprio lungo il Cammino

Qui un cartello invita i pellegrini a prendere un sorso di vino e poi ripartire: per lo spirito del Cammino, invita però a prendere solo un sorso per lasciarlo anche agli altri pellegrini che arriveranno dopo di te. Infatti sono a disposizione 100 litri di vino al giorno. 

TAPPA 5: I NOSTRI PRIMI 40KM 

Questo è il racconto dei nostri primi 40 km a piedi zaino in spalla lungo il cammino di Santiago: tappa 5!Tappa 5 – Cirauqui – Los Arcos / 40,86 km / 13 ore / 700 metri dislivello

A Ciraqui abbiamo dormito in Albergue con altre 11 persone in camera. Dopo le prime difficoltà, tra russare, luci accese e rumori corporali vari (🤣) io, distrutta,

mi sono addormentata a mezzanotte. Ad un certo punto mi sento scrollare al buio: è il mio fidanzato che mi dice, con il labiale “andiamo!”.

Così usciamo dalla camerata, con sacco a pelo, lenzuolo e zaino, cercando di fare il minimo rumore. Ancora assonnata, a mala pena reggendomi in piedi guardo l’ora: le 3 di notte. 

Giova non riusciva a dormire così ha deciso di svegliarmi e partire in mezzo alla notte, con 3 ore di sonno sulle spalle (oltre allo zaino dica chiaro!). Pazzi!! Io anche che, invece di mandarlo a quel paese, gli ho detto “Si, bello, andiamo!”.

E così è stato. Dalle 4 del mattino, acceso le nostre frontaline, abbiamo percorso nella notte 14 Km fino al primo paese dove, arrivati alle 7 del mattino abbiamo fatto colazione. Quasi decisi a trovare un alloggio lì e dormire, finalmente, dopo una buona “tostada con tomate” abbiamo riguadagnato energie: a quel punto abbiamo deciso di camminare ancora, piano piano, avendo tutta la giornata davanti. 

E abbiamo fatto 40 km.

Con molte pause, tra campi “elisi” meravigliosi, e piccoli paesi, siamo arrivati (distrutti!) a Los Arcos dove abbiamo soggiornato, questa volta, in una piccola pensione con una camera privata (30 euro a testa!). Una lunga doccia, i primi medicamenti alle vesciche (due sui mignoletti del piede) e si riparte.

Domani danno pioggia scrosciante. Vediamo cosa succederà. 

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Giorno 8 sul Cammino di Santiago dove percorreremo 900km zaino in spalla.

Oggi ufficialmente siamo a 240 km percorsi in 8 giorni: siamo nella regione della RIOJA, a Santo Domingo de la calzada, a due tappe dalla città di Burgos.

VESCICHE. DOLORE.

Anche per me è arrivato uno dei momenti più temuti da ogni Pellegrino, il momento delle vesciche.

La verità è che quando devi camminare una miriade di km sui tuoi piedi non sai più da che parti rifarti per trovare una soluzione. Ognuno dice la sua e vi garantisco che ognuno dirá una cosa diversa.

Credo di averci pensato per tutti i 60 dolorosissimi Km che ci ho camminato sopra a come fare con “ste vesciche”.

Ho provato a fasciarli, a riempirli di fogli di idrocolloide da farmacia, a metterci sopra un separa dita fatto artigianalmente, poi il compeed ed infine, nella disperazione a bucarle con ago e filo per finire.. negli ultimi 38 km in ciabatte, di cui gli ultimi con un bel dolore dal piede alla caviglia che stamani mattina ha iniziare a fare livido ed essere un po’ gonfia,  e con una visitina al “Centro medical” (una sorta di ospedale in formato ridotto) per curarle visto che oramai erano aperte “a vivo”.

La verità è che ancora non ho risolto, nè le vesciche esistenti nè le probabili future. I miei sforzi saranno diretti a trovare una soluzione a questo: i miei piedi mi servono per arrivare al mio obiettivo.

Finché posso troverò ogni soluzione possibile per andare avanti: devo cercare dei sandali più performanti, devo cercare di riposare i piedi e riprendermi ed in più stiamo anche pensando di fermarci tra 2 giorni a Burgos entrambi per un giorno così che possa vedere un podologo. Secondo me la causa non sta nelle scarpe ma nelle mie dita. Magari mi sbaglio, ma nel dubbio…

Vi aggiornerò! 

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Giorno 14 del Cammino di Santiago, 900 km zaino in spalla, Fromista – Carrion 

Sono le 21.30 del 28 aprile e, con i piedi imbevuti di Betadine sulle vesciche e di crema sulle parti ancora sane (e che spero rimarranno onestamente così, almeno quelle ahahaha 🤣) vi posso annunciare che, al 14esimo giorno di cammino abbiamo ufficialmente superato i 400 km percorsi su questo Cammino 👊🏻 Youuuuu! 

E ne mancano ancora circa 600 al nostro obiettivo: Finisterre, la fine della terra, circa a 100 km dopo Santiago.

Ieri molto onestamente avrei detto che non ce l’avrei MAI fatta ad arrivare in fondo al cammino: dopo l’ennesima giornata trascorsa con i piedi ormai sapete come e camminando con il piede destro nel sandalo e con il piede sinistro nella scarpa, non vedevo via d’uscita. 

Poi non lo so. Forse l’aver deciso di lasciare lo zaino per qualche giorno per riposare il tendine. Il fatto di aver camminato con il sandalo che mi ha asciugato un po’ la vescica più problematica. Il fatto di aver trovato persone sul cammino che mi hanno dato la forza.. ma stamani mattina mi sono svegliata meglio. Quel piccolo, piccolo, piccolo meglio che mi ha permesso di indossare le sneakers – calzino e percorrere i pochi Km (20) di oggi senza troppo dolore e avere mezza giornata per riposarci. 

Questa piccola cosa per me è una super ventata di positività: sono di nuovo convinta che riusciremo a completare il nostro Cammino.

Per chi mi chiede perché non ci fermiamo qualche giorno per riposare: ci siamo presi 1 mese e 1 settimana per compiere questo cammino, non possiamo sforare di più, se vogliamo arrivare in fondo occorre mantenere una buona media di km. Se ci fermiamo occorre poi recuperare i km. Ecco perché invidio chi può compiere questo cammino senza limiti di tempo.. anche se ovviamente so che, già potersi concedere tanto tempo come abbiamo fatto noi, nella nostra società, sia già davvero un privilegio.

Insomma, un po’ di “time pressure” c’è. 

Vediamo cosa riusciremo a fare, lo scopriremo. Incrociate le dita per me. A domani.

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Le albe sul Cammino di Santiago 💫

Si dice che i pellegrini sul cammino di Santiago vedano tante albe ma ben pochi tramonti.

È la verità: noi di albe ne abbiamo viste 19 (più o meno), una per ogni giorno di cammino. Abbiamo visto albe con cieli carichi di nuvole, nella nebbia, sotto la pioggia e nel cielo così limpido da sembrare finto.

E di tramonti? Giusto un paio. Gli altri mai visti.

Può sembrare strano ma la verità è che sul Cammino si parte molto presto. Noi amiamo, nelle tappe più lunghe, partire addirittura di notte con le frontaline: alla mattina siamo più freschi e, se riusciamo a fare un buon 60%-80% dei kilometri della tappa del giorno al mattino, dopo la pausa pranzo, diventa più facile poi percorrere gli ultimi km che sono, sempre, i più stancanti. 

Alla mattina sei fresco e macini un sacco di km senza (quasi) accorgertene. Un po’ tutti hanno trovato in questa routine un modo per camminare molti km al giorno, quindi la condivido con voi.

La nostra routine per le nostre tappe standard (30 km di media, ma con tappe da 40 e 45 km) è percorrere circa una decina di km prima di fare colazione (mangiamo però qualcosa camminando), cercare di farne 15/20 prima di pranzo, e lasciare gli ultimi per il dopo pranzo. Nelle tappe corte, quelle da 20/25 km invece si arriva per pranzo a destinazione

Poi si arriva in Albergue o nell’alloggio per la notte e si fa la doccia, si curano piedi e muscoli, si lavano i vestiti e si cena, presto (Di solito le cene del Pellegrino sono alle 19 circa), chiacchiere in compagnia e nanna (Nel mio caso cerco di ritagliarmi poi delle ore per aggiornarvi dopo cena nelle tappe lunghe da 40 o prima di cena nelle tappe più corte)..

Ormai questa routine è entrata nelle nostre vite, sembra che sia sempre stato così, è assurdo come facilmente ci si adatti a questi ritmi così inusuali rispetto alle nostre vite di “prima”.

Spero di riuscire oggi, che facciamo “solo” 32 km a ritagliarmi del tempo per raccontarvi bene le Meseta. Arrivo! 

La Meseta 

Abbiamo appena terminato di camminare quasi 200 km sulla Meseta, il tratto centrale del Cammino di Santiago che un po’ tutti temono.

Temono non perché sia difficile a livello fisico, essendo tutto piatto, ma a livello psicologico, piuttosto. Infiniti, interminabili 200 km che sono come una fotografia che si ripete tutta uguale. 

Campi coltivati (colza o grano), strade lunghissime dove non si vede una fine, pochi esseri umani in giro se non qualche sparuto e coraggioso Pellegrino (Si, alcuni la Mesata la saltano), tratti lunghissimi che costeggiano lunghissime strade asfaltate senza auto (se non qualche trattore ogni tanto) che sembra di essere nell’America più profonda, pochissima ombra non essendoci alberi. In estate ci hanno detto essere caldissima, tutta gialla arida e molto tosta (consigliano di percorrerla partendo di notte).

Eppure a me la Meseta è piaciuta. Dopo aver sofferto per i dolori del fisico, la Meseta ha segnato un tratto per me riposante dove mi sono ripresa, ha segnato degli incontri importanti e significativi per il mio Cammino, ha segnato anche tanti momenti sola con me stessa o con Giova, che sono stati importanti per noi.

Si dice che il Cammino di Santiago per le coppie sia una conferma oppure, oppure.. significa lasciarsi. Il Cammino ci mette alla prova come singoli, figuriamoci in coppia. Eppure.. eppure a noi sta dando tanto questo Cammino, ancora una volta, anche come coppia.

-300 Km a Santiago. 

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Leon – giorno 20 

Diario di viaggio del giorno 20, ufficialmente -circa 200 km a Santiago, più di 500 km camminati (👊🏻) e finalmente entrati nel territorio più montagnoso, che se può far più paura a livello fisico, è quello per me più rassicurante perché quello che conosco meglio. Nei prossimi post vi farò vedere!

A livello fisico ho avuto mille problemi come sapete (dalla tendinite al piede alle vesciche sotto il piede), qualche tappa prima di arrivare a Burgos, da quando abbiamo preso la neve e quel temporale assurdo: dopo aver tentato ogni soluzione, come sapete, sembravano irrisolvibili.  Nella prima tappa della Meseta ero talmente dolorante e affranta che ho camminato con un sandalo su un piede e la scarpa dall’altro

È sulla Meseta che piano, piano i problemi si sono risolti, grazie ad incontri fortunati sul Cammino, il bel tempo sulla Meseta che mi ha permesso di riposare i piedi e aver lasciato le mie spalle libere per 3 giorni.

Per me queste ultime tappe sono state le tappe della rinascita. Dure inizialmente per i dolori ma poi magiche: sono le tappe che mi hanno fatto credere in me stessa e nel mio fisico. 

Se si vuole davvero una cosa con tanta determinazione nel trovare una soluzione, senza paura di chiedere aiuto, credendo nella magia del Cammino (si, inizio a crederci, ha messo sul mio cammino le persone giuste al momento giusto) e naturalmente, con una bella manciata di fortuna negli eventi che non puoi controllare, ci si fa 👊🏻

Prossima tappa Santiago, 200 km. DAJE!

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Cammino di Santiago tappa 26 – diario di viaggio.

Sono 799 Km, quelli totali camminati a ieri.

Mancano 2 giorni all’arrivo a Santiago (50 km)  e 6 giorni all’arrivo all’Oceano (140 km) alla fine della terra che sancirà il fatto che abbiamo camminato TUTTA la Spagna in lunghezza a piedi e che è il nostro obiettivo.

Sono le 8.28 e siamo appena partiti da MELIDE e vi sto scrivendo mentre cammino.

Negli ultimi giorni stiamo camminando tutto il giorno e dormendo con Antonio e Cha, il primo che vive a Bristol ma è di Napoli, la seconda che vive a Dublino ma è di Rimini. Abbiamo parlato e ascoltato le storie di centinaia di persone di tutto il mondo durante questi giorni (e voglio continuare a farlo nei prossimi giorni) ed è assurdo come ti leghi a delle persone in così pochi giorni: parli giorno e notte, cammini, gioisci e condividi dolori insieme, dormi insieme, lavi i panni nella stessa lavatrice a fine giornata, condividi insieme il cibo.

Arrivare a Sarria (-100 km circa a Santiago) è stato uno shock per tutti noi, ormai pochi, che siamo arrivati dalla Francia.

Perchè da Sarria il Cammino cambia faccia e da solitario e “aspro” diventa un vero e proprio percorso turistico: ci sono taxi e pullman che trasportano persone e gruppi lungo la via del cammino, centinaia di persone sulla via tanto da essere soprannominata “l’autostrada del cammino” (la più grande quantità di persone che arrivano a Santiago partano proprio da Sarria), negozi di souvenir, bar e ristoranti molto frequenti lungo la tappa della giornata.

Noi pellegrini che arriviamo da lontano ci riconosciamo subito, siamo quelli che camminano zoppicando, con zaini giganti ma con passo sicuro e lesto: da Sarria ormai siamo arrivati a Santiago, un po’ ancora manca per chi come noi vuole arrivare all’Oceano. Ci salutiamo e ci scambiamo impressioni su questo cambio di rotta e sull’arrivo imminente.

Cerchiamo di goderci ogni passo, quasi rallentando inconsciamente mentre aumentiamo il passo per raggiungere Santiago e poi “la fine del mondo”.

Come mi sento? Scombussolata, triste, felice, orgogliosa di me e con la sensazione di camminare da anni e da troppo poco.

Non so cosa proverò domani quando arriverò a Santiago. Felicità? Però quello che proverò a Finisterre, la fine del mondo, la vista dell’Oceano sono certa che sarà molto forte.

Ci sentiamo domani e nelle storie.

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L’arrivo a Santiago 

Abbiamo camminato 800 km sul cammino di Santiago zaino in spalla. LETTERALMENTE.

È ufficiale. Dalla Francia siamo arrivati a Santiago. A piedi. Non ci posso ancora credere. Non realizzo. Mi sembra impossibile eppure… eppure l’ho fatto davvero!

Quando, a 5 km da Santiago, sulla collina che la precede, ho visto in lontananza le torri della Cattedrale, così come i pellegrini di centinaia e centinaia di anni fa, ho avuto una sensazione allo stomaco pazzesca, una sensazione fisica, più forte del brivido, l’ho sentita proprio nelle viscere: eccitazione, paura, felicità,orgoglio, stupore, ansia, tristezza, incredulità. TUTTO.

È stato quello il momento della mia epifania. La mia emozione più forte. La prima vista su Santiago.

E l’ingresso nella città? 

Li la sensazione in me a quel punto era solo una: ORGOGLIO. Sono orgogliosa di me stessa. Punto.

L’ingresso lo abbiamo fatto mano per la mano. Insieme. Come abbiamo percorso questo cammino: da soli, ma insieme. Spronandoci a vicenda, divertendoci, arrabbiandoci, stupendoci, amandoci. Alle volte in lunghi silenzi di riflessione, in altri camminando da soli, in altri camminando con altre persone. E in molti altri parlando di tutto: perché sì, dopo 17 anni, lavorando insieme, vivendo insieme, si può ancora parlare e parlare e parlare per ore. Il Cammino è stata una conferma della nostra coppia. Ci piace sempre metterci alla prova e scoprire qualcosa di nuovo sul nostro stare insieme in modi diversi.

Mi hanno detto che non sarei mai stata una Pellegrina, perché per recuperare una tendinite al piede e delle terribili vesciche aperte a sangue e a pelle viva (che mi sono procurata dopo aver camminato 9 ore sotto la neve e pioggia di cui gli ultimi 12 Km in un mare di fango) e sulle quali ho camminato, con lo zaino, per 350.000 dolorosissimi passi, ho osato usufruire del servizio di transfer zaino per 4 giorni su 28 camminati. 

Ed invece ho imparato che c’è tanta forza nel chiedere aiuto mettendo da parte l’onore, ma soprattutto nell’avere la tenacia di provare ogni idea che può venire in mente per raggiungere l’ obiettivo che si ha in mente, anche quando niente funziona e sembra tutto perduto. Mai demordere. E sono arrivata a Santiago.

Mi avevano detto che a causa di tutti quei dolori, “solo” dopo 6 giorni di cammino avrei dovuto riconoscere i miei limiti e tornare a casa, riunciare. Che non sarei mai stata in grado di compiere un’impresa di questo tipo.

Ed invece ho imparato a conoscere i miei limiti, che sono ben lontani dal mollare davanti alle difficoltà se desidero qualcosa. E sono arrivata a Santiago.

Mi hanno detto che il mio non è un vero Cammino: perché “il cammino non si fa in coppia ma in solitario”, perché “dovresti andare ad Ibiza invece di camminare se ti fai venire le vesciche ed i dolori” perché “devi accettare cosa ti da il cammino, quindi non va bene mangiare vegetale, se ti da animali devi mangiare animali”, perché “usare il cellulare durante il cammino è un disonore per la sacralità del cammino”.

Ed io sono andata avanti per la mia strada, ho ascoltato solo me stessa, il mio corpo, il mio spirito, i miei desideri, i miei obiettivi. E sono arrivata a Santiago facendo il MIO, VERO, CAMMINO. Il mio. Quello di nessun altro. Il mio Cammino. Con la mente aperta. Spalancata nei confronti di me stessa e degli altri.

E non è finita. Siamo partiti dalle montagne della Francia: il nostro obiettivo è raggiungere l’Oceano, la Fine della Terra, Finisterre e l’aver attraversato un’intera nazione… a piedi zaino in spalla! 

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L’arrivo a Finisterre

Essere arrivati a Santiago mi ha regalato brividi. Essere arrivati a Finisterre, “la fine della terra” per migliaia di pellegrini che come me hanno percorso il Cammino di Santiago e che pensavano che al di là di questo infinito Oceano non ci fosse più niente, mi ha fatto piangere: non lacrime, proprio singhiozzare.

È successo al KM 0, il km che segna la fine ufficiale del Cammino di Santiago, sulla cima del faro di Finisterre: da lì solo oceano, non si può più proseguire camminando. FINE. Niente più rassicuranti frecce gialle da seguire che ti indicano la strada da percorrere, solo il ritorno alla tua vita precedente che, inevitabilmente, non potrà più essere come lo hai lasciata.

Perché ora hai vissuto un’avventura incredibile.

È il km 0 che ti ricorda che ne hai percorsi davvero 900 di km dal quel primo cartello a Saint Jean Pied de Port in Francia che ti avvertiva che ne sarebbero mancati molti, moltissimi, infiniti, quasi impossibili, di km fino all’Oceano. 30 giorni fa.

E poi ti rendi conto che l’impossibile è diventato possibile.

Hai vissuto dolori, gioia, smarrimento, orgoglio, noia, entusiasmo, disagio, impazienza, attesa, felicità, stupore, delusione.. eppure sei arrivato lì, al km 0. E a quel punto tutta quella marea di emozioni si riversa in un fiume di lacrime liberatorie.

Quando ho abbracciato Anto, uno dei miei compagni di viaggio, anche lui in lacrime davanti a quel km 0, a queste emozioni se ne è aggiunta un’altra.

La consapevolezza che dovró lasciare questa bella famiglia che si è creata, una famiglia di pellegrini: quando condividi gioie e dolori e hai uno stesso obiettivo, leghi così rapidamente ed in un modo così inaspettato, che pensarci ti stordisce un po’. Cammini ore e ore e ore insieme, dormi insieme, mangi insieme, lavi vestititi e biancheria intima nella stessa lavatrice. Ti apri su cose che magari difficilmente diresti ad altri tra un passo e l’altro. Fa strano pensare di doverli salutare e che non rimarranno accanto a te fisicamente come succede con la famiglia e con gli amici dai quali tornerai.

Per fortuna andremo a Muxia, il secondo km 0 del Cammino di Santiago, 35 km che mi aiuteranno a metabolizzare queste emozioni.

Ma il cammino di Santiago non finisce a Santiago? No, termina qui, a Finisterre, dove si trova a il KM ZERO del cammino.

Non tutti sanno che in realtà il cammino prosegue, come da tradizione tramandata dagli antichi pellegrini medioevali nei secoli: questi decidevano e decidono di

percorrere gli ultimi 89 km da Santiago fino a Finisterre, in circa 3 giorni, quella che allora era considerata la fine della terra e dove le popolazione pre-romane pensavano che qui le anime salivano in cielo.

Si pensava che arrivare a Finisterre servisse come “ultimo step” del pellegrinaggio per “purificarsi” nelle acque dell’Oceano Atlantico, al tramonto dal capo più a nord (il faro) bruciare i vestiti che avevano indossato durante questo pellegrinaggio come rito di rinascita e per seguire “il rito” della concia, della conchiglia, simbolo del cammino (si, vi racconterò di questo domani in un video!).

Delle tre tradizioni ancora tutto viene eseguito, eccetto il bruciare i vestiti che, ovviamente, oggi è proibito.

Uno dei motti e saluti sul Cammino di Santiago è “Ultreia” (Andiamo oltre!) mentre l’altro risponde “et suseia!” (e più in alto!). Indovinate da dove pare arrivi questo motto? Dal raggiungimento di Finisterre e la sua punta estrema :)

Per me Finisterre e le tappe per raggiungerlo rimarrà uno dei luoghi più magici visti nella mia vita, non solo per la sua bellezza ma anche e soprattutto per il suo significato. Vogliamo parlare del tramonto dal faro?

Lo abbiamo vissuto con i nostri amici del cammino con un pacchetto di patatine ed una bibita: c’è qualcosa di meglio?

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Muxia 

Come promesso oggi vi racconto l’ultimissimo giorno di cammino, quello per raggiungere MUXIA, 35 km circa di distanza da Finisterre e 87 km circa da Santiago

Quando arrivi a Muxia, piccolo paesino colorato arroccato su una punta rocciosa della costa galiziana e che conta solo 6000 abitanti, scopri che qui si respira un’atmosfera d’altri tempi, placida e tranquilla come i ritmi di una remota cittadina di mare.

Muxia, il secondo km 0 del cammino, ma per me meno significativo dello storico Finisterre del quale vi ho raccontato nel post precedente, è famosa per il suo bellissimo faro (ragazzi, con l’Oceano impetuoso è a dir poco spettacolare!) e per il Santuario della Virgen de la Barca che si trova sulle rocce sulla cima d Muxia, affacciata sull’oceano e che ha una bella leggenda che racconta che quando Santiago si trovò davanti al’ostilità degli abitanti del luogo, la Madonna gli apparve su una barca di pietra rincuorandolo. Si dice che una di quelle rocce, ancora lì, sia un pezzo della barca.

Cose che forse non sapete.

Vi ricordate che a Santiago abbiamo preso la Compostela, la certificazione del cammino? Anche a Finisterre e a Muxia si possono ritirare due certificazioni che testimoniano che hai percorso i circa 120 km da Santiago a Finisterre e Muxia. Si chiamano rispettivamente Fisterrana e Muxiana e si ottengono mostrando i timbri sulla credenziali ottenuti durante questa ultima parte di cammino.

Lo sapevate che uno dei fari più belli d’Europa si trova lungo il Cammino di Santiago, anzi, esattamente alla sua fine, a Muxia, sulle coste della Galizia, Spagna? 🐚⚓️

Qui l’Oceano Atlantico fa bella mostra di sè con tutta la sua potenza e impetuosità.

Siamo rimasti ore, seduti su quel faro, ad ammirare l’infrangersi delle onde, solo in compagnia del fragore dell’acqua che si schianta sulle rocce e dei gabbiani.

Questa è stata la nostra fine del Cammino di Santiago, qui, al faro di Muxia, tra gli schizzi dell’Oceano.

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Ultime riflessioni, ecco cosa ho imparato..

Tutto ciò rimarrà per sempre nel mio cuore.

E spero DAVVERO di aver ispirato qualcuno nel fare questa esperienza, prima o poi. 

Vi auguro di spogliarvi di tutte le vostre sicurezze, di mettere a nudo le vostre fragilità, di conoscere i vostri limiti e anche come superarli. Vi auguro di percorrere questa Strada con la mente aperta, ascoltando più persone possibili, di tutto il mondo: le esperienze degli altri e le loro storie fanno la differenza. Vi auguro di farlo ascoltando voi stessi, prendendovi il tempo, che spesso nella vita frenetica che viviamo ogni giorno manca, di riflettere. Su di voi. Sulla vostra vita. Su quello che davvero volete nella vita.

Il tempo è ciò che di più prezioso abbiamo. Nient’altro. Solo il tempo. Il tempo di fare e vivere ciò che si desidera. Il tempo scorre e nessuno ce lo renderà indietro. Spesso corriamo e corriamo aspettando il momento di iniziare a vivere, di avere tempo. Ma quel tempo scorre anche quando corriamo e nessuno ce lo darà più indietro.

Vi auguro di avere tempo. Solo questo. 

Vi abbraccio.

Buen camino! 

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